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Intersezionalità nei contesti educativi

In passato, i fattori individuali (personalità dello studente, mancanza di motivazione, mancanza di sostegno da parte della famiglia) erano considerati la causa dello scarso rendimento scolastico di uno studente. Solo di recente ci si è resi conto del significativo impatto di fattori contestuali sul rendimento degli studenti. Questi includono i sistemi di oppressione (razzismo, sessismo, abitudinarietà, ecc.) che colpiscono direttamente il bambino, discriminando attivamente i gruppi non dominanti e non permettendo loro di prosperare. L'intersezionalità è un concetto nato dalla comprensione che questi sistemi operano insieme, creando un ambiente in cui gli studenti appartenenti a minoranze faticano ad avere successo. Pertanto, un'analisi intersezionale delle scuole è necessaria per soddisfare meglio le esigenze degli studenti e garantire l'equità educativa. Gli insegnanti e il personale educativo devono essere messi nelle condizioni di saper analizzare e comprendere come funzionano i sistemi di oppressione, diventando consapevoli del proprio background per sfidare eventuali pregiudizi che possono manifestare quando interagiscono con gli studenti.

"Non esiste una cosa come la lotta univoca perché non viviamo una vita univoca".
Audre Lorde

La citazione sopra riportata è stata utilizzata per esemplificare l’intersezionalità, in quanto ne riassume l’essenza in poche parole. Quando parliamo di intersezionalità intendiamo un quadro di riferimento che sottolinea i sistemi interconnessi di oppressione e privilegio che influenzano la nostra vita quotidiana e che non possiamo efficacemente separare. Per sistemi di oppressione intendiamo quelle strutture che ostacolano chi appartiene a un gruppo di minoranza, attraverso l’attuazione di pratiche e politiche discriminatorie. Queste strutture includono il sessismo, il razzismo, la transfobia, l’abilismo e l’eterosessismo, solo per citarne alcuni. Riconoscere l’esistenza di queste strutture e fare uno sforzo concertato per arginare la loro influenza nelle nostre pratiche scolastiche quotidiane è fondamentale per dare ai nostri studenti le migliori possibilità di successo scolastico.

Dobbiamo analizzare la vita dei nostri studenti e le nostre politiche e pratiche lavorative tenendo conto di un approccio intersezionale. Pertanto, dobbiamo considerare contemporaneamente le diverse appartenenze e identità dei nostri studenti, senza concentrarci su una alla volta, per capire che la discriminazione può agire contemporaneamente su più livelli.

Per esempio, uno studente con ADHD può provenire da una famiglia di immigrati a basso reddito, situazione che lo emargina ulteriormente. È importante notare che non è la categoria in sé a causare l’emarginazione, ma le implicazioni sociali che le sono state costruite intorno; lo stigma sociale viene messo in atto e collegato a queste categorie, con conseguente discriminazione ed esclusione di questi studenti. I fattori sono interconnessi. Se i nostri approcci al lavoro sulla diversità e gli interventi non li considerano come tali e si concentrano invece su una caratteristica alla volta, molto probabilmente falliremo. Nella formazione degli insegnanti bisogna insegnare che tutte le forme di oppressione devono essere affrontate; altrimenti, rischiamo anche di creare una gerarchia di bisogni, in cui i bisogni di alcuni studenti sono prioritari rispetto ad altri.

Tornando all’ipotesi del nostro studente: potremmo implementare un programma volto a fornire supporto accademico agli studenti con ADHD, che includa misure per affrontare lo stigma che devono affrontare a causa dell’etichetta ADHD. 

Ma se trattiamo tutte le persone con ADHD come simili e cerchiamo di dare loro lo stesso supporto, i nostri sforzi sono destinati a fallire. Nella nostra ipotesi, ad esempio, potrebbero avere difficoltà anche di tipo linguistico. Pertanto, il programma di sostegno volto ad aiutarli a gestire l’ADHD potrebbe non essere affatto utile. Allo stesso tempo, supponiamo che esistano programmi separati, di sostegno linguistico da una parte, e di aiuto per la condizione ADHD: dove manderemmo il nostro alunno?

Inoltre, la frequentazione di questi percorsi potrebbe costituire un ulteriore onere per la famiglia del nostro studente, che probabilmente non può permettersi di perdere un giorno di lavoro per seguire il figlio in attività extrascolastiche. Se a questo si aggiunge lo stigma sociale, lo studente e la sua famiglia andranno incontro a un’esperienza scolastica molto faticosa. Gli insegnanti e i professionisti in campo educativo dovrebbero essere consapevoli di questo, così come che le scuole non esistono nel vuoto. Esistono in un contesto culturale e storico che influisce sul loro funzionamento quotidiano.

Raccomandazioni

  • Sviluppare programmi di formazione per gli insegnanti, focalizzati sulle dinamiche di oppressione e discriminazione.
  • Adottare misure per garantire che tutti gli insegnanti partecipino ai programmi di formazione e che si tengano con regolarità, in modo che anche i nuovi assunti vi prendano parte. E’ opportuno concentrarsi sulla diversità e sulla contestazione attiva di sistemi come l’eterosessismo, il razzismo e il sessismo.
  • Il razzismo, il sessismo, l’eterosessismo e altri sistemi di oppressione – e la loro influenza – vanno inquadrati come problemi attuali e non solo come questioni storiche. Spesso sono intenzionali e servono strumenti di analisi dei contesti e delle pratiche per riconoscere i vari modi in cui vengono messi in atto e replicati.
  • Dotarsi di strumenti riflessivi per analizzare le proprie esperienze, e come il proprio background e identità possa influire sulla costruzione di ipotesi e comprensione delle esperienze degli studenti.
  • Sviluppare una consapevolezza che le attività didattiche possono causare agli studenti un danno emotivo involontario. Ad esempio, far creare agli studenti un albero genealogico o un libro illustrato può essere doloroso per gli studenti che sono stati colpiti dal sistema di protezione dei minori. Potrebbero non avere accesso a queste informazioni.
  • La condivisione di informazioni riguardanti le esperienze di vita, la vita familiare o l’identità di uno studente deve essere fatta con sensibilità verso quei processi che possono etichettare e stigmatizzare gli studenti, contribuendo a giustificare l’esclusione e la discriminazione. Gli studenti devono essere in grado di mantenere l’autonomia su come (e con chi) condividere le loro storie.
  • È necessario disporre di una politica e di procedure chiare contro il bullismo, condivise dal personale, dagli studenti e dalle loro famiglie. Tutti sapranno come procedere quando si verificano queste situazioni e gli insegnanti potranno intervenire rapidamente e proteggere gli studenti maltrattati. Una procedura chiara assicura anche che non ci siano disparità nel modo in cui vengono gestiti alcuni casi di bullismo rispetto ad altri. In questo modo si garantisce che tutti i casi vengano presi sul serio e si previene la loro escalation, lasciando poco spazio alla soggettività nell’interpretazione dei reati.
banderita CEE

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